Quando il creditore non prova il suo diritto: revocato il decreto ingiuntivo a società che aveva acquistato un vecchio prestito
💼 Quando il creditore non prova il suo diritto: revocato il decreto ingiuntivo a società che aveva acquistato un vecchio prestito
Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha revocato un decreto ingiuntivo da oltre 30 mila euro richiesto da una società finanziaria che aveva acquistato, in blocco, vecchi crediti da un’altra banca. La motivazione? Mancava la prova certa che quel credito fosse stato effettivamente ceduto.
Questa decisione è importante per tutti coloro che hanno ricevuto richieste di pagamento da società “cessionarie” o “recupero crediti”: anche se sembrano avere ragione, devono dimostrare di essere davvero titolari del credito.
📌 Cosa è successo nel caso concreto
Un cittadino aveva ricevuto un decreto ingiuntivo per circa 33.000 euro. La somma derivava da due prestiti personali stipulati nel 2008. La richiesta di pagamento non era arrivata dalla banca originaria, ma da una società veicolo, la Rubicon SPV S.r.l., che aveva acquistato in blocco molti vecchi crediti tramite un’operazione di cartolarizzazione.
Il cittadino, assistito dall’avv. Monica Mandico, ha fatto opposizione, sostenendo che:
- la società non aveva dimostrato di aver davvero acquistato quel credito;
- la documentazione prodotta era generica e insufficiente.
Il Tribunale ha dato ragione all’opponente, annullando il decreto ingiuntivo.
📚 Cosa dice la legge: la cessione in blocco dei crediti non basta da sola
Secondo la normativa italiana, una banca può vendere i propri crediti in blocco a società specializzate (ex art. 58 T.U.B.). Queste ultime non sono obbligate a notificare la cessione al debitore, ma devono pubblicare l’avviso sulla Gazzetta Ufficiale.
❗ Attenzione: questa pubblicazione non basta, da sola, per dimostrare che un determinato credito è stato effettivamente ceduto.
Il giudice ha spiegato che:
- non basta un generico elenco pubblicato in Gazzetta Ufficiale;
- serve la prova che quel preciso credito rientrava nella cessione;
- le lettere inviate al debitore non valgono come prova sufficiente, se mancano i documenti fondamentali (contratto di cessione, identificazione dettagliata del credito, ecc.).
⚖️ Perché questa sentenza è importante
👉 Le società che comprano crediti devono essere in grado di dimostrare, in modo chiaro e documentato, di essere legittimate ad agire.
👉 I cittadini che ricevono richieste di pagamento da soggetti diversi dalla banca originaria hanno il diritto di chiedere la prova concreta della cessione.
👉 Non è sufficiente dire “ho comprato quel credito”: serve provarlo con i documenti giusti.
✅ Cosa possiamo fare per te
Se hai ricevuto:
- un decreto ingiuntivo da una società di recupero crediti,
- una lettera di sollecito per un vecchio prestito,
- una richiesta di pagamento da una società che non conosci,
non restare solo! Potresti avere il diritto di contestare e annullare la richiesta. Il nostro studio legale è al tuo fianco per:
- analizzare la documentazione ricevuta,
- valutare la legittimità della pretesa,
- opporci in tribunale con successo, come in questo caso.
📝 Conclusione
Le operazioni di cessione dei crediti sono complesse e devono rispettare regole precise. Se queste regole non vengono seguite, le richieste di pagamento possono essere respinte.