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Liquidazione e Composizione Negoziata: Il Tribunale di Perugia riconosce nuove opportunità di risanamento alla luce del Correttivo Ter

Di Monica Mandico

“Liquidazione e Composizione Negoziata: Il Tribunale di Perugia riconosce nuove opportunità di risanamento alla luce del Correttivo Ter”

Analisi del provvedimento del Tribunale di Perugia del 15 luglio 2024, n. 299

Fatto

Una società in liquidazione volontaria ha richiesto la conferma delle misure protettive previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), ai sensi dell’art. 19, per facilitare la composizione negoziata della crisi (CNC). La società intende procedere con la cessione del proprio unico immobile, a fronte di una manifestazione di interesse vincolante. La misura mira a sospendere azioni esecutive e cautelari dei creditori per un massimo di 120 giorni, al fine di consentire lo sviluppo di trattative con il ceto creditorio.

 

Ragionamento del Giudice

Il giudice ha confermato le misure protettive, evidenziando:

 

Compatibilità tra liquidazione e CNC: la liquidazione, contrariamente a precedenti orientamenti restrittivi, può essere una modalità di risanamento aziendale se contribuisce alla soddisfazione dei creditori e al superamento della crisi, anche tramite soluzioni parziali o transitorie.

Valutazione dell’esperto: l’esperto ha evidenziato la sostenibilità del piano proposto, pur considerando le incertezze legate al valore dell’immobile e alla trattativa con i creditori.

Equilibrio degli interessi: le misure protettive temporanee sono funzionali a garantire la trattativa senza arrecare pregiudizi irreparabili ai creditori.

Carattere temporaneo: le misure possono essere revocate o abbreviate in caso di mancato buon esito delle trattative.

Principio di diritto

Il piano liquidatorio non è di per sé ostativo alla concessione delle misure protettive nella CNC, purché dimostri una ragionevole possibilità di soddisfazione del ceto creditorio e di superamento dello squilibrio economico-finanziario dell’impresa.

 

Principio giuridico

In un contesto di composizione negoziata, il risanamento dell’impresa può includere soluzioni liquidatorie che, anche se finalizzate alla dismissione del patrimonio aziendale, tutelano l’interesse dei creditori a una soddisfazione più efficiente rispetto alla liquidazione giudiziale.

 

Massima

“Il piano liquidatorio non preclude l’accesso alla composizione negoziata della crisi e alla concessione delle misure protettive temporanee se risulta potenzialmente migliorativo rispetto alla liquidazione giudiziale, garantendo il rispetto del principio di competitività e un’equa trattativa con il ceto creditorio.”

 

Approfondimento

La liquidazione come strumento di risanamento nella composizione negoziata della crisi

Introduzione

Il Tribunale di Perugia, con la sentenza n. 299 del 15 luglio 2024, ha affrontato un tema centrale nella disciplina della composizione negoziata della crisi: la compatibilità tra lo stato di liquidazione dell’impresa e l’accesso alle misure protettive. Tale pronuncia si colloca in un quadro evolutivo della giurisprudenza e delle modifiche normative introdotte dal Correttivo Ter (d.lgs. 136/2024), che ha ampliato le possibilità di risanamento anche per imprese in liquidazione.

 

  1. Le misure protettive nella CNC

Le misure protettive, disciplinate dall’art. 18 CCII, mirano a sospendere temporaneamente le iniziative esecutive e cautelari dei creditori, offrendo uno spazio di trattativa all’imprenditore. La conferma delle misure, ai sensi dell’art. 19, richiede una valutazione di ragionevole perseguibilità del risanamento.

 

  1. Evoluzione giurisprudenziale

In passato, l’accesso alla CNC veniva negato a imprese in liquidazione (Trib. Bergamo, 15 febbraio 2022), ritenendo incompatibile lo stato di liquidazione con la finalità di risanamento. Tuttavia, il Tribunale di Perugia ha superato questa impostazione, riconoscendo che il risanamento può includere soluzioni liquidatorie, purché migliorative rispetto alla liquidazione giudiziale.

 

  1. La novità introdotta dal Correttivo Ter

Il d.lgs. 136/2024 ha consolidato questa visione, precisando che il risanamento non si limita alla prosecuzione aziendale in continuità, ma può comprendere anche il pagamento dei creditori mediante la liquidazione di beni, purché effettuata in modo competitivo e trasparente.

 

  1. Il caso specifico

Nel caso in esame, il piano liquidatorio della società ricorrente prevede la cessione dell’unico immobile per un valore di 3,5 milioni di euro, finalizzata a soddisfare creditori ipotecari e privilegiati. L’esperto ha confermato la praticabilità del risanamento, sottolineando la necessità di sviluppare ulteriori trattative per migliorare le condizioni proposte.

 

  1. Implicazioni pratiche e opportunità

Questa pronuncia offre uno strumento importante per le imprese in difficoltà, consentendo loro di sfruttare la CNC anche in contesti di liquidazione. Tuttavia, è fondamentale:

 

-Garantire trasparenza e competitività nelle operazioni di cessione.

-Coinvolgere attivamente i creditori nelle trattative.

-Monitorare costantemente l’andamento del piano per evitare abusi o dilazioni strumentali.

Conclusioni

La sentenza del Tribunale di Perugia segna un passo avanti nell’interpretazione della composizione negoziata, confermando che il risanamento può assumere forme molteplici, adattabili alle specifiche esigenze dell’impresa e del ceto creditorio. Il Correttivo Ter rafforza questa prospettiva, offrendo nuove opportunità per prevenire il fallimento e preservare il valore aziendale.

Tribunale di Perugia, 15 luglio 2024