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LA SOSPENSIONE DEI MUTUI: convenienza o danno?

Il decreto Cura Italia ha introdotto tutta una serie di misure a sostegno di famiglie, piccole e medie imprese, lavoratori autonomi e professionisti, chi ha un mutuo puo’ congelare le rate per 18 mesi in virtù dell’emergenza Coronavirus. Ma prima di procedere alle sospensioni o alle moratorie previste per le imprese, è necessario prima fare un’analisi di fattibilità, a dirlo è l’avv Monica Mandico che ha costituito, con la sua associazione di consumatori una task force per assistere gli italiani in questo momento di grande confusione. “E’ fondamentale, prima di attivare le moratorie, che si analizzino  con attenzione, le condizioni economiche e i moduli sottoposti alla firma della clientela da parte delle banche. Non si esclude che la richiesta di sospensione del mutuo fatta oggi, potrebbe poi impedire la possibilità di surrogare il mutuo anche in futuro a condizioni migliori”, così l’avv Mandico presidente del Centro Tutele Famiglie e Imprese.
“Non sempre può essere vantaggioso spostare in avanti il debito per congelarlo ora, in quanto ci sarà comunque  l’aumento dei costi in un momento successivo, perché quando ripartirà il mutuo si dovranno comunque pagare alla banca  la metà degli interessi maturati sulle rate non versate. Ritengo che sia preferibile aspettare, per chi non è in condizioni economiche gravi e che sia sempre meglio farsi aiutare da professionisti esperti della materia”, a dirlo l’avv. Mandico. Difatti chi  non può pagare, si deve fare richiesta di sospensione presentando domanda e portando la documentazione alla propria banca, la quale, a sua volta, sottoporrà a Consap, l’ente che gestisce il Fondo di solidarietà, la richiesta per approvazione. Per accedere alla sospensione non ci sono invece limiti in base all’Isee del richiedente. L’adesione al fondo è limitata ai soli mutui per l’acquisto della prima casa e per immobili di valore non superiore ai 250.000 euro. Possono chiederla i lavoratori subordinati e parasubordinati che hanno perso il lavoro, ma anche coloro che, a causa del Coronavirus, hanno subito una sospensione dal lavoro o una riduzione delle ore per un periodo di almeno trenta giorni. Anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti sono ammessi. Devono fare solo un’ autocertificazione dichiarando di aver registrato, nel trimestre successivo al 21 febbraio 2020, un calo del proprio fatturato superiore al 33% in conseguenza alle restrizioni introdotte per arginare la diffusione del Covid-19.
Per le PMI Il 7 marzo 2020 l’ABI e le Associazioni di categoria, hanno siglato un’intesa contenuta nell’Addendum all’accordo per il credito 2019 sottoscritto il 15 novembre 2018 che prevede la possibilità alle banche ed agli intermediari di 1) sospendere fino a un anno il pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti; 2) allungare la scadenza dei finanziamenti (cosiddetta Misura “Imprese in Ripresa 2.0”). Per i prestiti erogati fino al 31 gennaio 2020, leasing compresi, può quindi essere richiesta la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti fino ad un anno. Con riferimento alle operazioni di allungamento, invece, è previsto che l’estensione della durata del finanziamento possa arrivare fino al 100% della durata residua dell’ammortamento. Se infatti è vero che l’accordo prevede che ciascuna banca non comunichi al resto del sistema tramite apposita segnalazione in centrale dei rischi la rimodulazione concessa, è altrettanto vero che per quella banca la posizione aziendale viene sottoposta da quel momento ad un particolare  controllo e monitoraggio. “Ecco perché soprattutto per le aziende, prima di ogni richiesta di moratoria per l’emergenza Coronavirus, è necessario farsi coadiuvare da professionisti del settore, perché si può correre il rischio che la moratoria anziché essere un vantaggio si trasfromi in un danno considerevole. E’ necessario analizzare con attenzione le condizioni economiche proposte dalle banche e i costi che applicano che possono non essere quelli in adesione al decreto Cura Italia”, così ha dichiarato l’avv. Mandico.