La responsabilità sociale nelle aziende farmaceutiche: Il quadro normativo – Il contesto europeo

Il quadro normativo – Il contesto europeo
Nel quadro della strategia dello sviluppo sostenibile, le pratiche socialmente responsabili sono tra gli strumenti strategici utili al perseguimento ed alla realizzazione degli obiettivi prefissati dalle politiche europee.
La storia delle politiche comunitarie in materia di responsabilità sociale delle imprese, si può individuare a partire dal Trattato di Roma del 1957.
Un posto di primo piano assume il Libro Bianco in cui, di fronte alla crisi occupazionale, si proponeva ai Paesi membri di costruire una nuova economia aperta, decentrata, competitiva e solidale . In questo modo la Commissione europea individuava il suo punto di forza per il potenziamento dell’occupazione non solo nella crescita del capitale umano ma anche nello sviluppo del senso di responsabilità collettiva di ognuno.
Il Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 ha posto per l’Europa l’obiettivo di “diventare l’economia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile accompagnata da un miglioramento quantitativo e qualitativo dell’occupazione e da una maggiore coesione sociale” . Il Consiglio si rivolgeva per la prima volta al senso di responsabilità sociale delle imprese (RSI).
Anche l’Agenda sociale europea nel dicembre del 2000, sottolineò l’importanza della responsabilità sociale misurandone il peso in termini di conseguenze sociali e occupazionali dell’integrazione economica e di adattamento delle condizioni di lavoro.
Il Libro Verde del luglio del 2001 redatto dalla Comunità Europea, avvia il vero e proprio dibattito sulla responsabilità sociale delle imprese. Il documento definisce la responsabilità sociale come l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate. La responsabilità sociale viene quindi definita non solo nella sua dimensione interna ( risorse umane, tutela di salute e sicurezza, ristrutturazioni aziendali e gestione degli effetti sull’ambiente) quanto di quella esterna (rapporti con le comunità locali, rapporti commerciali con i partners, con fornitori e consumatori, rispetto dei diritti umani nella catena di fornitura, rispetto dell’ambiente).
L’obiettivo previsto dalla Commissione europea in quella sede era duplice, non solo avviare il dibattito sul concetto di responsabilità sociale delle imprese ma costituire un partenariato inteso a favorire lo sviluppo di una struttura europea di promozione di tale concetto.
La Commissione promuoveva quindi la RSI e alcune sue caratteristiche fondamentali: un comportamento socialmente responsabile in modo che le imprese assumessero tale impegno sul lungo periodo; la garanzia di uno sviluppo sostenibile, la responsabilità sociale come elemento facente parte della gestione stessa delle imprese.
Nel dicembre 2001 anche il Consiglio dell’Unione europea ha dato mandato alla Commissione di valorizzare le conclusioni raggiunte nelle discussioni relative alla RSI, incentivando a livello nazionale le discussioni fra possibili partner che europeo al fine di raccogliere il maggior numero di contributi possibili fra i partner sociali.
Tra gli strumenti proposti dal Parlamento è significativa la creazione di un organismo di consultazione, il Foro Europeo per la RSI pensato come luogo di dialogo tra le parti interessate (stakeholders) e strumento per la standardizzazione delle pratiche esistenti (codici di condotta, bilanci sociali).
La questione della responsabilità sociale ha i suoi fondamenti su problematiche di carattere globale, necessita per tale motivo di norme e strumenti riconosciuti su scala mondiale. La Commissione europea, nella sua comunicazione “Promuovere le norme fondamentali del lavoro e migliorare la governance sociale nel contesto della globalizzazione” ha evidenziato sia la necessità di rispettare le norme fondamentali del lavoro rilevandone il carattere universale, dall’altro ha rilevato la necessità che i codici di condotta includano le convenzioni fondamentali dell’OIL (Organizzazione internazione del lavoro). L’Unione europea attraverso la sua azione può per assicurare il corretto funzionamento del mercato interno e far sì che siano garantite condizioni eque. L’azione comunitaria si basa perciò sui principi fondamentali fissati nel quadro di accordi internazionali e si uniforma interamente al principio della sussidiarietà.
La RSI deve essere quindi sviluppata su una serie di principi, come la volontarietà, la credibilità e la trasparenza delle pratiche attuate e che tutte le attività siano in grado di apportare un valore aggiunto. È inoltre considerato fondamentale tener conto degli interessi dei consumatori.
La Commissione ha inoltre indicato una serie di azioni volte a sostenere le buone pratiche e il miglioramento della conoscenza del concetto di responsabilità sociale.
Tali azioni sono riassumibili come segue:
a) Aumentare lo scambio delle migliori pratiche tra imprese e tra Stati membri.
b) Sostenere le capacità di gestione della RSI.
c) Incoraggiare le PMI ad adottare strategie di RSI.
d) Rafforzare la trasparenza delle pratiche e gli strumenti di RSI.
e) Creazione di una piattaforma il cui obiettivo è lo scambio d’esperienze
f) Integrare la RSI tra le politiche comunitarie
La Commissione, promuove in particolar modo l’integrazione dei principi della RSI nelle politiche europee, in particolare: nelle politiche dell’occupazione e degli affari sociali, quale educazione, formazione nel corso di tutta la vita, parità di opportunità; nella politica dell’impresa, attraverso un approccio equilibrato che massimizzi le sinergie tra i suoi componenti economici, sociali e ambientali; nella politica dell’ambiente, con una valutazione costante dei risultati ambientali la considerazione degli aspetti ambientali nelle relazioni annuali delle imprese, più rispettosa dell’ambiente; integrando i principi della RSI nella loro gestione al fine di promuovere il concetto di RSI nell’ambito dei suoi servizi.
Nell’ottobre 2002 la Commissione ha aperto il Multistakeholder Forum, con l’obiettivo di “accrescere il livello di conoscenza della RSI, e facilitare il dialogo tra business community, sindacati, organizzazioni della società civile”.
Nel giugno 2004 il Forum ha ultimato i suoi lavori e pubblicato un Report finale in cui vengono sottolineati alcuni elementi che dovrebbero essere contenuti in tutti gli strumenti di responsabilità sociale sui quali è stata raggiunta un’intesa di tutti i partecipanti, quali: l’attenzione alla catena di fornitura, l’inserimento della responsabilità sociale nel core business, il coinvolgimento dei manager, una comunicazione chiara a trasparente sui benefici della RS. Il Forum ha raccomandato, inoltre, alla Commissione l’accrescimento delle competenze dei soggetti “catalizzatori” come i consulenti d’impresa, le associazioni dei consumatori, gli investitori, i sindacati, i media rispetto alla necessità di aumentare la consapevolezza e diffondere la conoscenza della RSI.
Per il periodo 2005-2010 la Commissione europea ha lanciato la nuova Agenda sociale che costituisce la dimensione della politica sociale della nuova strategia di Lisbona orientata alla strategia della crescita e del lavoro. Tra gli obiettivi che la Commissione si propone c’è il raggiungimento del pieno impiego e una società più coesa con uguali opportunità per tutti, obiettivi raggiungibili anche attraverso il rafforzamento del principio della responsabilità sociale delle imprese.

La Commissaria Elżbieta Bieńkowska, responsabile per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI, ha dichiarato: “Un’impresa sostenibile è una buona impresa. Siamo determinati a fare la nostra parte per promuovere la sostenibilità. Dalla strategia del 2011 sono state attuate oltre 200 misure e iniziative dell’UE. Questo documento dimostra il nostro costante impegno per un’Europa verde, sostenibile e prospera. Continueremo a lavorare con le imprese e le organizzazioni della società civile per garantire che l’Europa sia all’avanguardia nel campo della RSI e che le imprese pongano una condotta sostenibile al centro delle loro attività”.

COMMISSION STAFF WORKING DOCUMENT

 

dott. Mario Esposito