CRISI D’IMPRESA: pubblicato in G.U. il decreto che facilita il risanamento aziendale
Ci vorranno oltre due anni affinché la riforma delle regole sulla crisi di impresa diventi completamente operativa.
Il Consiglio dei ministri, il 5 agosto, ha approvato un decreto legge che renderà la normativa esistente e quella del nuovo Codice della crisi, uno strumento in grado di porre rimedi alle situazioni di difficoltà innescate dalla crisi pandemica dovuta al CoVid.
Tra poco termineranno i benefici dovuti agli interventi, normativi ed economici che hanno cercato di porre un paracadute agli effetti che il Covid ha provocato all’economia, le imprese medio-piccole avranno notevoli difficoltà a garantire la continuità aziendale.
Cerved e Confindustria hanno individuato una percentuale dal 9,2 al 14,7% (nel Mezzogiorno dal 13 al 20,8%) con alta probabilità di default.
I settori maggiormente colpiti saranno:
- l’organizzazione di eventi fieristici e/o convegni (67%)
- i ristoranti (40%)
- le strutture ricettive (34%)
Inoltre i posti di lavoro persi (in tutto il sistema imprese) potrebbero essere 1,3 milioni. Notevole è anche la crescita dei debiti finanziari (oltre il 10%).
Il decreto legge del 5 agosto posticipa l’entrata in vigore del Codice della crisi prevista per il prossimo 1° settembre. L’applicazione delle norme viene rinviata al 16 maggio 2022, ciò dovrebbe consentire all’Italia di adeguarsi, per luglio 2022, alla direttiva Insolvency (2019/10239 – direttiva che intende agevolare la ristrutturazione delle imprese in difficoltà finanziaria, introducendo l’obbligo per gli Stati membri di assicurare un regime diretto a facilitare la ristrutturazione preventiva dell’impresa ove vi sia probabilità d’insolvenza).
La data più lontana è quella del 31 dicembre 2023, quando dovrà essere applicato il nuovo Codice della Crisi, con il suo sistema di allerta obbligatorio e automatico, che al momento è sicuramente troppo rigido per far fronte alle esigenze della crisi e le imprese non appaiono strutturate in modo tale da poter rendere applicabile questa tipologia di strumento, ecco perché è cambiata la prospettiva con l’introduzione di un percorso volontario, denominato «composizione negoziata».
Questi rinvii lasceranno operativi però una serie di norme del Codice che facilitano il ricorso alle soluzioni a strumenti alternativi e a negoziazioni che dovranno essere attutati per evitare il ricorso al fallimento.
Tra questi la «convenzione di moratoria», la quale permette all’imprenditore di trovare accordi con i creditori per dilazionare scadenze e l’estensione degli accordi di ristrutturazione a tutti i creditori non aderenti.
In definitiva assistiamo ad una riforma della legge fallimentare che è diventata un vero e proprio puzzle, tanti “pezzi” del Codice della crisi stralciati e fatti entrare in vigore in tempi e modi diversi.
Tra questi bisogna ricordare che da inizio anno sono vigenti le modifiche alla legge 3/2012 che aumentano le chance di liberazione dai debiti di persone fisiche, professionisti e piccole imprese,.
Lo scorso autunno venivano invece rese attive le norme sulla transazione fiscale e previdenziale che il Dl del 5 agosto ha di nuovo rimodellato.
Il Dl introduce quindi la «composizione negoziata» delle crisi, cui potranno accedere moltissime aziende non essendo previsti requisiti dimensionali e di soglia.
E’ un percorso volontario, extragiudiziale che coinvolge, da una parte l’imprenditore che decide di attuarlo e mantiene la gestione dell’impresa, dall’altra parte l’esperto indipendente che lo assiste nelle trattative con i creditori, ma che deve nello stesso tempo garantire, in modo trasparente, che l’azione espletata non sia solo quella di differire agli impegni economici ancora non rispettati.
Bisognerà attendere che il ministero della Giustizia metta in funzione la piattaforma nazionale di accesso, e le modalità del test di verifica che consentirà alle imprese di sapere se la propria situazione possa trovare una possibilità di risanamento.
Quindi entro trenta giorni dall’entrata in vigore del Dl 5 agosto 2021, il ministero della Giustizia deve definire il contenuto della piattaforma telematica nazionale per il ricorso alla nuova procedura di composizione negoziata, le indicazioni per la redazione del piano di risanamento e un test di auto-diagnosi della situazione di crisi.
Lo stesso decreto avrà l’obbligo di definire che tipo di formazione dovranno possedere/conseguire gli esperti che potranno assistere l’imprenditore nel piano di risanamento, confrontandosi anche con i creditori.
Entro il 15 novembre 2021, la nuova procedura di Composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa, volontaria ed extragiudiziale dovrà essere operativa.
Dal 16 maggio 2022, entreranno in vigore tutte le norme del Codice della crisi con esclusione di quelle relative al sistema di allerta, che dovrà invece diventare operativo e obbligatorio, il 31 dicembre 2023.
I punti che saranno da subito applicabili sono:
a) Transazione fiscale
Si applicherà alla «mancanza di adesione» degli enti interessati che devono esprimersi entro 90 giorni dal deposito dell’istanza.
b) Modifiche concordato e accordi di ristrutturazione
Permetterà di effettuare modifiche sostanziali del piano e degli accordi: prima dell’omologazione è necessario un nuovo via libera dei creditori. Dopo l’omologazione le modifiche devono assicurare l’esecuzione degli accordi.
c) Tutele dei lavoratori
Il tribunale potrà autorizzare il pagamento delle retribuzioni dovute per le mensilità antecedenti al deposito del ricorso per concordato, ai lavoratori addetti all’attività di cui è prevista la continuazione
d) Accordi ristrutturazione ad efficacia estesa
L’accordo produrrà effetti anche verso i creditori non aderenti appartenenti alla stessa categoria per omogeneità di posizione giuridica e interessi economici.
e) Convenzione di moratoria
Consentirà agli imprenditori, non solo quelli commerciali, di accordarsi con i creditori per dilazione delle scadenze dei crediti, rinuncia agli atti o sospensione delle azioni esecutive e conservative. La moratoria varrà anche per i creditori non aderenti della stessa categoria.
f) Accordi di ristrutturazione agevolati
Faciliterà il ricorso all’istituto poiché viene ridotta la percentuale di creditori necessaria per il via libera all’accordo proposto dal debitore
g) Soci illimitatamente responsabili
Fatti salvi i patti contrari, gli accordi di ristrutturazione della società avranno efficacia nei confronti dei soci illimitatamente responsabili.
h) Moratoria biennale creditori privilegiati
Salirà da uno a due anni l’arco temporale della moratoria per il pagamento dei creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca, prevista in caso di concordato con continuità aziendale
i) Piano di risanamento attestato
Viene prorogata al 31 dicembre 2022 la possibilità per l’imprenditore di regolare la situazione di crisi con un piano di risanamento che sarà pubblicato nel registro delle imprese prima della scadenza del termine concesso dal tribunale.
l) Improcedibilità
Prorogata al 31 dicembre 2021 l’improcedibilità dei ricorsi per la risoluzione del concordato preventivo e la dichiarazione di fallimento nei confronti degli imprenditori che hanno presentato domanda di concordato preventivo omologato dopo il 1° gennaio 2019.
Mandico&Partners ha costituito un team di avvocati, commercialisti e consulenti specializzati, da anni, nella composizione della crisi d’impresa, implementazione del brand, protezione del patrimonio, real-estate, analisi bancarie, contrattualistica commerciale.
Per info e contatti: avvocatomandico@libero.it Cell. 3398902342 – Tel 0817281404
Visita in nostro sito https://www.avvocatomandico.it/ e chiedi di iscriverti alla nostra news letter
Professionalità e approccio umano caratterizzano Mandico&Partners Law firm