Conoscere la privacy: che controllo può esercitare il datore di lavoro
Il tema della privacy in ambito lavorativo è tanto importante quanto delicato.
L’avvento della tecnologia digitale ha portato una trasformazione radicale, una vera e propria “rivoluzione digitale” alla pari di ciò che fece la rivoluzione industriale nell’800.
La tecnologia digitale, ha inoltre costretto il legislatore a continui e non semplici, interventi di aggiornamento sulle norme esistenti.
Nel contesto lavorativo, vi sono due contrapposti diritti meritevoli di tutela:
– Il diritto del datore di lavoro al controllo del corretto esercizio della prestazione lavorativa e della tutela dell’immagine aziendale;
– Il diritto del lavoratore alla sua riservatezza.
La linea di confine tra le informazioni riguardanti l’attività lavorativa e la sfera personale e privata del lavoratore (e di terzi) può, è tracciata con difficoltà.
La gestione del rapporto lavorativo, infatti, risulta da sempre particolarmente delicata.
Il quadro normativo di riferimento è ampio, e la Costituzione indica il principio generale che fa da guida in ambito economico, secondo cui l’iniziativa economica, sia pubblica che privata, è libera, purché siano rispettate la libertà e la dignità umana.
In termini di protezione dei dati, bisogna prendere in considerazione le principali fonti normative in ambito di trattamento dati personali, ovvero il Regolamento Europeo 2016/679 GDPR e il Codice Privacy 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018.
I principi che il datore di lavoro deve rispettare nel trattamento dei dati dei lavoratori:
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Scarica la sentenza della Cassazione :