Ad un anno dall’inizio della pandemia: la crisi economica non ha al momento nessun vaccino
In quest’anno di crisi sanitaria, c’è una crisi che rischia di non trovare soluzioni nel breve periodo: la crisi economica.
C’è chi ha chiuso la propria attività e non l’ha più riaperta, chi è stato travolto dalle difficoltà economiche, l’emergenza da Coronavirus ha delineato una situazione critica ancora più di difficile soluzione, nel contesto economico e sociale.
Disoccupazione, aumento delle disuguaglianze, la crisi di numerosi settori, sono ormai gli effetti drammatici della pandemia.
L’economia mondiale è ormai travolta in un crollo senza precedenti, in particolar modo in quelle nazioni che avevano già notevoli difficolta nei periodo pre-pandemico.
Il solco scavato, rischia di diventare una voragine, in particolare nel nostro Paese.
Nell’ultimo anno, il mondo del lavoro italiano è stata stravolto.
La Banca mondiale stima che la pandemia da Covid-19 ha dato vita ad una delle peggiori recessioni economiche dal 1870, portando con sé un drammatico aumento dei livelli di povertà.
I governi e le istituzioni internazionali, stanno per approvare ingenti misure di sostegno al reddito di famiglie e imprese, ma le conseguenze devastanti in termini di disoccupazione e contrazioni dei mercati, si sono ormai palesate in tutta la loro tragicità.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, quasi 90 milioni di persone potrebbero scendere sotto la soglia di deprivazione estrema quest’anno, cancellando tutti i progressi fatti negli anni precedenti per ridurre le disuguaglianze e la povertà.
La ripresa economica non sarà facile, in particolare per tutto il mondo imprenditoriale.
Il F.M.I. ha calcolato che nella prima fase della pandemia, la sospensione delle attività, ha portato ad una riduzione significativa del proprio fatturato, tra il 45% e oltre il 70%, rispetto all’anno precedente. Ad essere particolarmente colpite dall’attuale crisi, sono specialmente le piccole e medie imprese, che rappresentano la linfa vitale del tessuto economico italiano, e che rischiano di essere spazzate via da questa “tempesta”.
L’ultimo Rapporto Istat ha evidenziato che il tasso di disoccupazione della fascia 15-64 anni è salito al 58,9% solo nei primi due mesi dell’anno.
Questi dati confermano un preoccupante calo degli occupati, che ha interessato in particolare i più giovani e le donne.
Per la prima volta da due decenni, aumenta l’incidenza della povertà estrema e si rischia così di cancellare, i progressi fatti negli ultimi anni, per risollevare gli strati più bisognosi della popolazione.
In questo ultimo anno, un’altra conseguenza del Coronavirus a cui stiamo e continuiamo ad assistere è il numero di continui decessi, non legati al virus, ma al suicidio.
Chi è stato travolto dalle difficoltà economiche od ha perso dei cari, durante l’epidemia, ha portato queste persone, con fatica ad affrontare il forte momento di emergenza e la disperazione, molte volte, fa preso il sopravvento, portandoli a ricorrere a gesti estremi, anche al suicidio.
L’Osservatorio suicidi per motivazioni economiche, ha lanciato l’allarme, riportando 42 decessi, di cui 25 nelle settimane del lockdown forzato e 16 nel solo mese di aprile, ai quali si aggiungono 36 tentati suicidi, 21 dei quali nelle settimane di isolamento: la metà delle vittime è costituita da imprenditori.
Gli strumenti legislativi ci sono, bisogna attuarli, facendo le opportune scelte, ma mai perdere la speranza.